Sciopero dei magistrati, nel distretto di Catanzaro adesione del 75%

La protesta registra una partecipazione massiccia, con tre quarti dei togati che incrociano le braccia per manifestare il loro dissenso a tutela dei diritti di garanzia dei cittadini

“Siamo qui per scioperare a tutela dei diritti di garanzia dei cittadini. Non scioperiamo per interessi di categoria, non si discute delle nostre ferie, del nostro stipendio, delle condizioni di lavoro. Siamo qui perché si discute del modo in cui amministrare la giustizia che chiediamo sia equa per tutti i cittadini, che garantisca il principio di eguaglianza”. Con queste parole il presidente della giunta dell’Anm di Catanzaro Giovanni Strangis ha spiegato le ragioni dello sciopero che oggi stanno coinvolgendo le toghe di tutta Italia.

Nell’atrio del Tribunale “Ferlaino” i magistrati si sono riuniti, toga sulle spalle e coccarda tricolore puntata sul petto, e hanno letto a turno passi della Costituzione. Nel distretto di Catanzaro l’adesione è stata del 75% circa.

Nell’atrio del Tribunale “Ferlaino” i magistrati si sono riuniti, toga sulle spalle e coccarda tricolore puntata sul petto, e hanno letto a turno passi della Costituzione. Nel distretto di Catanzaro l’adesione è stata del 75% circa.

“Separare il pubblico ministero dal giudice – ha aggiunto Strangis – mina il principio di eguaglianza perché introduce culturalmente, nel nostro ordinamento, la figura della pubblica accusa che diventa, però, privata. Sarebbe un pubblico ministero che agirebbe nell’esclusivo interesse dell’accusa, non più a tutela anche dell’imputato e di tutte le altre parti processuali”.

Per quanto riguarda l’adesione, Strangis ha affermato che “i numeri sono entusiasmanti. L’adesione è stata forte, compatta e incisiva. Abbiamo superato all’interno del nostro distretto il 75% delle adesioni. Anche nel resto d’Italia la percentuale è su questa linea. È forte la risposta dell’Anm, è unita la magistratura e questo consentirò certamente ai nostri rappresentanti nazionali di arrivare all’incontro col governo con una più ampia legittimazione”.

Un incontro sul quale l’Anm si mostra fiduciosa: “Il dialogo è possibile. La riforma costituzionale, qualunque essa sia, impone un dialogo tra tutte le parti sociali. Non possiamo accedere a una riforma costituzionale solo perché una maggioranza elettiva è stata conferita in sede di campagna elettorale. La riforma della Costituzione richiede un dialogo, non può essere autonoma approvazione di una sola parte della società”.

Dopo la lettura dei passi della Costituzione, la protesta è proseguita nell’aula C del Tribunale dove è intervenuta la giudice Katarzyna Mieszkowicz, componente dell’associazione dei magistrati polacchi “Iustitia”. (ansa)

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