La chiusura dello Jazzolino, un colpo mortale per la sanità pubblica

Chi dovrà curarsi (basta pagare) potrà rivolgersi liberamente ai privati o partire perché a Vibo Valentia resterà solo un ospedale da... guerra

La decisione è stata presa. L’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia sarà chiuso per oltre due anni per essere messo in sicurezza. E’ stato immaginato il disastro, una guerra, un terremoto devastante o qualcosa del genere. Ci sono 25 milioni di euro da spendere; li “offre” il Pnrr.

Tutto questo accade mentre è in costruzione il nuovo ospedale, anche se sull’andamento dei lavori regna solo il silenzio. La chiusura dello Jazzolino rappresenta una randellata alla sanità pubblica. Forse il colpo di grazia. Assestato sotto la regia (è solo un sospetto) di un comitato parallelo che da sempre governa la sanità sul territorio di Vibo Valentia e non solo. Che sembra lavori solo per gli affari dei privati; che condiziona, che promuove incarichi, sponsorizza primariati, spinge sulle convenzioni, fa assumere precari e poi gioca sporco sulle stabilizzazioni; che promuove gli amministratori fedeli portandoli ai vertici della Conferenza dei sindaci.

Tutto questo accade mentre è in costruzione il nuovo ospedale, anche se sull’andamento dei lavori regna solo il silenzio. La chiusura dello Jazzolino rappresenta una randellata alla sanità pubblica. Forse il colpo di grazia. Assestato sotto la regia (è solo un sospetto) di un comitato parallelo che da sempre governa la sanità sul territorio di Vibo Valentia e non solo. Che sembra lavori solo per gli affari dei privati; che condiziona, che promuove incarichi, sponsorizza primariati, spinge sulle convenzioni, fa assumere precari e poi gioca sporco sulle stabilizzazioni; che promuove gli amministratori fedeli portandoli ai vertici della Conferenza dei sindaci.

Chi deve curarsi potrà continuare a farlo, pagando visite ed esami diagnostici. Potrà recarsi negli ambulatori e nelle cliniche private. Ma si può anche decidere di partire perché a Vibo Valentia resterà solo un ospedale da guerra.

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