“In merito alla recente decisione di abbattere i pini domestici in piazza Salvemini a Vibo Valentia, è necessario fare chiarezza sulle dichiarazioni rilasciate da Gernando Marasco, segretario del circolo cittadino del Partito democratico”. Inizia così una nota diffusa dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Cuore Vibonese Giuseppe Cutrullà e Danilo Tucci, i quali contestano la ricostruzione effettuata dal rappresentante del Pd.
Il progetto
Il progetto
“Il progetto originale – affermano Cutrullà e Tucci – prevedeva l’abbattimento di soli due pini, non 18. La decisione di procedere con un taglio così massiccio è stata presa solo in seguito ai danni subiti dagli alberi durante i lavori di riqualificazione e a precedenti interventi di manutenzione che hanno compromesso la stabilità delle radici. Questi elementi sono stati confermati dalla perizia agronomica redatta da Luca Rotiroti per conto del Comune, che ha evidenziato come la sicurezza pubblica fosse a rischio”.
Preservare il patrimonio
Secondo Cutrullà e Tucci, “è importante sottolineare che l’attuale amministrazione ha ereditato un progetto che mirava a preservare il patrimonio arboreo, e non a eliminarlo come si evince dalle tavole progettuali. Le dichiarazioni di Marasco, dunque, risultano fuorvianti, poiché omettono il fatto che il progetto iniziale non prevedeva l’abbattimento indiscriminato di tutti i pini”.
Inoltre, a giudizio di Cutrullà e Tucci, “registriamo versioni discordanti: da una parte Gernando Marasco (Pd) ha sostenuto che il taglio degli alberi fosse previsto sin dall’inizio del progetto di riqualificazione. Dall’altra, Salvatore Monteleone, assessore dell’attuale giunta, ha fornito una versione diversa, sottolineando che inizialmente il progetto prevedeva l’abbattimento di soli due alberi, mentre il taglio massiccio è stato deciso successivamente per motivi di sicurezza. Appare evidente che dopo solo 8 mesi non ci sia comunicazione tra la giunta e i consiglieri e più in generale tra l’amministrazione ed i partiti che gli hanno dato sostegno in campagna elettorale, dopo pochi mesi appare tutto sfilacciato”.
Cutrullà e Tucci concludono: “È fondamentale che il dibattito pubblico su questioni delicate come questa si basi su dati concreti e verificati, evitando polemiche basate su informazioni inesatte. Se si vogliono individuare responsabilità, allora è giusto sottolineare che l’assessore Monteleone avrebbe dovuto vigilare meglio sulla gestione dei lavori di riqualificazione. Se il monitoraggio fosse stato più attento, forse si sarebbero potute evitare alcune problematiche che potrebbero portare all’abbattimento”.