Indipendenza non ci sta: la nostra è una battaglia di diritti, civiltà e democrazia

Secondo il coordinatore provinciale, Giuseppe Scianò, il responsabile dell'anticorruzione e della trasparenza del Comune non può presiedere la commissione di un pubblico concorso

Il Movimento Indipendenza non ci sta e replica per le rime al segretario generale di Palazzo Luigi Razza, Domenico Libero Scuglia. Al centro della questione il diniego di accesso agli atti sull’avviso di selezione pubblica. Ecco quanto evidenzia Indipendenza attraverso il coordinatore provinciale Giuseppe Scianò.

“La domanda viene rivolta al dott. Domenico Libero Scuglia nelle sue molteplici vesti: segretario generale del Comune di Vibo Valentia, estensore della nota di risposta pubblicata in data 21.1.2025 dagli organi di informazione online, presidente della Commissione di valutazione nel procedimento esaminatorio relativo al pubblico concorso ossia all’ “Avviso“ di cui si tratta e, non ultimo, responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza presso l’Ente Comunale. Non si configurerà, riteniamo ed auspichiamo, il conflitto di interessi con riferimento alle cariche ricoperte, ma certamente – sottolinea Scianò – non sfuggirà la specificità e la singolarità della circostanza che il soggetto che presieda una commissione esaminatrice in un pubblico concorso rivesta al contempo il ruolo di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza ossia di quell’organismo che, nelle ipotesi di difetto di trasparenza o regolarità (e non è il caso in esame quanto alla regolarità, non essendovi allo stato elementi per poterne dubitare) nello svolgimento di una pubblica competizione sia tenuto a valutare e garantire il rispetto per l’ appunto delle norme di garanzia della trasparenza e di quelle volte alla prevenzione della corruzione”.

“La domanda viene rivolta al dott. Domenico Libero Scuglia nelle sue molteplici vesti: segretario generale del Comune di Vibo Valentia, estensore della nota di risposta pubblicata in data 21.1.2025 dagli organi di informazione online, presidente della Commissione di valutazione nel procedimento esaminatorio relativo al pubblico concorso ossia all’ “Avviso“ di cui si tratta e, non ultimo, responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza presso l’Ente Comunale. Non si configurerà, riteniamo ed auspichiamo, il conflitto di interessi con riferimento alle cariche ricoperte, ma certamente – sottolinea Scianò – non sfuggirà la specificità e la singolarità della circostanza che il soggetto che presieda una commissione esaminatrice in un pubblico concorso rivesta al contempo il ruolo di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza ossia di quell’organismo che, nelle ipotesi di difetto di trasparenza o regolarità (e non è il caso in esame quanto alla regolarità, non essendovi allo stato elementi per poterne dubitare) nello svolgimento di una pubblica competizione sia tenuto a valutare e garantire il rispetto per l’ appunto delle norme di garanzia della trasparenza e di quelle volte alla prevenzione della corruzione”.

Motivazioni giuridiche

“Il Movimento Indipendenza prende atto (per come già aveva fatto nel leggere i provvedimenti assunti in risposta alle proprie istanze) delle motivazioni giuridiche poste a fondamento dei reiterati dinieghi allo stesso comunicati. Motivazioni che non condivide e che contrasterà con i legittimi strumenti di cui dispone. Con trasparenti (queste si) ulteriori e già programmate iniziative delle quali darà conto al momento opportuno. Valga solo, tuttavia, smentire, perché inesatta, fuorviante ed errata, l’affermazione contenuta nella predetta nota a tenore della quale “la base giuridica su cui poggiava la richiesta era infatti una asserita analogia tra i candidati ad una carica politica in una competizione elettorale con i candidati ad un Avviso pubblico per un incarico in un ente. Motivazione di per sé quanto meno singolare”.

Difensore civico

“E’ certamente consapevole – evidenza il coordinatore di Indipendenza – l’estensore della nota che ben altre sono le motivazioni alla base delle reiterate richieste così come ben sa della prospettata (da parte nostra) possibilità subordinata di trasmettere gli atti richiesti previo oscuramento dei dati anagrafici che avrebbero reso riferibili a ciascun candidato i dati ritenuti sensibili. Quanto, invece alla paventata “singolarità” della tempistica intercorrente tra la data di inoltro dell’istanza al difensore civico e quella di comunicazione di accoglimento da parte dello stesso, riteniamo doveroso trasmettere la nota e quindi le considerazioni del segretario generale Scuglia al Difensore Civico Regionale medesimo affinché questi valuti l’ opportunità e/o la necessità di sue iniziative a tutela della regolarità delle modalità di esecuzione del proprio mandato e della propria indipendenza di giudizio. Certamente il nostro Movimento anche su questo aspetto ha agito nel totale rispetto delle norme e delle prerogative da esse derivanti: al punto da ottenere pieno riconoscimento delle proprie ragioni attraverso la dichiarazione del Difensore Civico Regionale di legittimità delle istanze proposte”.

Selezione per titoli

“Ma la domanda che ora diviene consequenziale e pressante e che appare più che opportuno formulare è la seguente: quale la motivazione per la quale sono state rigettate le istanze di accesso agli atti autonomamente proposte da uno dei candidati al pubblico concorso ossia da colui che, avendo superato la fase di selezione per titoli, effettuò anche la successiva consistente nel colloquio innanzi alla commissione esaminatrice per apprendere in un momento successivo di non essere stato dichiarato idoneo nonostante fosse l’ unico (fra i quattro che avevano superato la fase per titoli) ad essersi presentato per il colloquio e, come detto, ad averlo sostenuto?”

Diritti dei candidati

“E’ ormai fatto notorio, infatti, che tre, fra coloro che avevano superato la fase preliminare, non si presentarono affatto per affrontare quella successiva: ed il candidato che si era presentato apprese dell’assenza degli altri competitori solo attraverso le risposte del Segretario Generale – Rpct alle sue varie istanze di accesso nelle quali l’ assenza degli altri candidati veniva posta quale giustificazione del diniego. Non sfuggirà, e per l’ipotesi in cui dovesse sfuggire se ne pone rimedio, che il bando di gara al punto n. 8 così recitava: art. 8 – Accesso agli atti. I candidati possono esercitare il diritto di accesso agli atti della procedura selettiva, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Con la presentazione della domanda di partecipazione alla suddetta procedura il candidato dichiara di essere consapevole che eventuali richieste di accesso agli atti da parte dei partecipanti saranno evase dal Comune di Vibo Valentia, previa informativa ai titolari di tutti gli atti oggetto delle richieste, secondo le disposizioni vigenti”.

Diritto di accesso

“Il Comune di Vibo Valentia avvisava, quindi, i candidati che tutto quanto versato nelle domande di partecipazione poteva legittimamente costituire oggetto di accesso e quindi di visibilità da parte di qualunque altro candidato ne avesse fatto richiesta. Avvisava i candidati, per implicito, che nessun vincolo di tutela della privacy avrebbe coperto quanto avesse fatto oggetto della domanda di partecipazione e quindi anche i documenti allegati. Certamente non nei confronti di ciascun singolo candidato che intendesse fare istanza di accesso agli atti. Diritto di acceso che l’ Ente esplicitamente riconosce e che l’ Ente stesso poi comprime e disattende?”.

Battaglie politiche

“Quale la motivazione del diniego opposto al candidato che ne ha fatto istanza ed al quale è stato concesso l’ accesso esclusivamente e strettamente ai propri atti (ossia agli atti provenienti dall’ istante medesimo, quasi non ne conoscesse il contenuto. . .)? Una ultima annotazione: non le “battaglie politiche”, evidentemente ed erroneamente intese come speciosa contrapposizione ad altri partiti politici, ispirano questo Movimento nelle proprie iniziative, o non solo quelle. Nella essenza di un partito politico, quale il Movimento Indipendenza, che frappone le regole della limpida correttezza tra le istanze civiche di cui si fa portatore ed i risultati cui ambisce e che possibilmente ottiene è la difesa civica a costituire il propulsore delle proprie attività. La difesa degli interessi e delle istanze – conclude Scianò – di chi non ha gli strumenti per coltivarle o di chi, pur disponendone, per giustificabili e comprensibili motivazioni ed apprensioni non ritenga opportuno di farne utilizzo, a tutela della propria persona”.

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