Depurazione in ginocchio nel Vibonese tra impianti fermi o sequestrati: serve una svolta

La situazione degli impianti di depurazione è critica, con gravi rischi per l’ambiente e la salute pubblica. Sant’Onofrio sotto osservazione

La situazione degli impianti di depurazione nel Vibonese è allarmante. Stando a quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, molti impianti sono fuori uso o sotto sequestro, causando gravi problemi ambientali. Le acque reflue non depurate finiscono in fiumi e mari, mettendo a rischio l’ecosistema e la salute pubblica. Come se ciò non bastasse, nulla è stato fatto sugli impianti della costa, il che preannuncia un’altra stagione da incubo per i bagnanti.

Il tema è stato portato anche all’attenzione delle istituzioni, in primis della prefetta Anna Aurora Colosimo, nel corso degli incontri con i sindaci dei vari centri del Vibonese. E si sta provando, in tutti i modi, di risolvere le complesse questioni che riguardano molti comuni. Occhi puntati su Sant’Onofrio, dove il sito in cui è ubicato l’impianto di depurazione è sottoposto a sequestro 4 anni fa perché non sicuro. L’attenzione sulla questione è stata sollevata dal consigliere comunale Giuseppe Alibrandi, che ha recentemente interrogato l’Amministrazione.

Il tema è stato portato anche all’attenzione delle istituzioni, in primis della prefetta Anna Aurora Colosimo, nel corso degli incontri con i sindaci dei vari centri del Vibonese. E si sta provando, in tutti i modi, di risolvere le complesse questioni che riguardano molti comuni. Occhi puntati su Sant’Onofrio, dove il sito in cui è ubicato l’impianto di depurazione è sottoposto a sequestro 4 anni fa perché non sicuro. L’attenzione sulla questione è stata sollevata dal consigliere comunale Giuseppe Alibrandi, che ha recentemente interrogato l’Amministrazione.

In particolare, sempre secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, Alibrandi ha chiesto di conoscere se l’area è ancora sottoposta a sequestro ed a che punto è lo stato dell’arte dei lavori di messa in sicurezza del versante e di demolizione del vecchio depuratore, da sostituire con un nuovo impianto: interventi finanziati dal Ministero dell’Interno per oltre 2milioni di euro. “Vi sono ancora i sigilli al sito – ha affermato il vicesindaco, Pietro Francesco Lopreiato – ma sono in corso le procedure di dissequestro. Le opere non risultano ancora ultimate, parte dei lavori per la sistemazione del costone è ferma; è necessario procedere allo svuotamento delle vasche dei fanghi, operazione che deve essere effettuata da ditte specializzate e deve essere programmata con perizia di variante”. Lopreiato, comunque, ha rassicurato: “Il fermo dei lavori non impedisce il funzionamento del depuratore, che è stato avviato nel 2023”.

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