Conferenza dei sindaci, l’unità d’intenti è solo una pura utopia

La prima riunione con Salvatore Fortunato Giordano presidente dà più spazio alle polemiche che ai fatti concreti

La Conferenza dei sindaci avvia l’era di Salvatore Fortunato Giordano, neo-eletto presidente, e lo fa alla presenza del presidente della terna commissariale dell’Asp Vittorio Piscitelli, del presidente della Provincia Corrado L’Andolina, del consigliere regionale Michele Comito e dei sindacalisti Mimmo Pafumi e Fortunato Petrolo. Questa volta, però, non ci sono poltrone in palio e all’appello iniziale chiamato dal neo-presidente e sindaco di Mileto, rispondono presente solo in 26, il minimo indispensabile per avviare i lavori ed entrare subito nel vivo della discussione.

Aspettando Occhiuto

Aspettando Occhiuto

Il saluto inaugurale spetta, di diritto, allo stesso Giordano che ringrazia i suoi elettori, assicura il massimo impegno e invita tutti i presenti a collaborare per cercare di tirare fuori dal pantano in cui si trova la sanità vibonese. Poi, il cerino passa in mano al prefetto in quiescenza Vittorio Piscitelli che fa una carrellata sulla situazione esistente soffermandosi, in particolare, sul lavoro ancora in corso per arrivare ad una decisione definitiva sul come gestire la messa in sicurezza dello Jazzolino e, nel contempo, creare meno disagio possibile al personale e all’utenza sanitaria. Aggiunge che la commissione ha approfondito la proposta di Occhiuto, mirata ad allungare i tempi trasformando i fondi del Pnrr in Fondi sviluppo e coesione, decidendo di dare disponibilità all’ipotesi avanzata dal commissario ad acta dal quale si sta aspettando una sua risposta chiara. Esclude l’ipotesi Tropea in quanto “irraggiungibile” e confida di poter evitare anche la struttura privata. Sottolinea ancora che Occhiuto ha garantito che i lavori per l’ospedale nuovo saranno conclusi entro il 2026 ammettendo, comunque di non sapere se entro la stessa data la nuova struttura sarà riempita di contenuti.

Botta e risposta

Insomma, un pizzico di ottimismo non guasta. Ottimismo che, tuttavia, viene subito messo a dura prova dal sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli, che salta ogni preambolo e va subito al sodo chiedendo a Piscitelli, per quanto riguarda lo Jazzolino, di “poter sapere quando cominceranno i lavori, quanto dureranno e che preventivo è stato fatto per i costi”. La risposta arriva semplice e chiara. “Non sono in grado di rispondere – afferma l’ex Prefetto – ma i costi saranno elevati e i lavori saranno consegnati tra il 5 ed il 6 marzo prossimi”. Il botta e risposta va avanti con Alfredo Barillari, sindaco di Serra, che chiede lumi sul perché dell’esclusione di Tropea e Serra. Il problema, a parere di Piscitelli, sarebbero gli anestesisti che mancano anche perché tutti i concorsi espletati sarebbero andati a vuoto. In ogni caso, il blocco operatorio non si sposta perché i primari avrebbero escluso questa soluzione. Stesso discorso per Serra.

Sindaci sul piede di guerra

Accenna anche possibili tagli suscitando la curiosità di Antonio Giacomo Lampasi, sindaco di Monterosso, che, oltre a lamentare l’assenza di Occhiuto inutilmente atteso dal 2023, chiede chiarimenti. Piscitelli replica asserendo che i tagli, riguarderebbero tutta l’ Asp sulla quale grava un consistente disavanzo per cui occorrerà razionalizzare le risorse. Il clima diventa teso e Giuseppe Condello, sindaco di San Nicola da Crissa, si allaccia al discorso del collega Lampasi, e invoca rispetto per la Conferenza rimarcando la sua amarezza per l’assenza di tanti sindaci. Aggiunge anche che altri sindaci non prenderanno più parte alla Conferenza sino a quando alla stessa non parteciperà il commissario Occhiuto. E anche lui, al pari di altri suoi colleghi, farà la stessa cosa.

I danni al turismo

Con toni pacati, entra in scena anche il sindaco Enzo Romeo. Prima bacchetta il Comitato ristretto per aver indetto la riunione solo in prima convocazione col rischio di non poter avviare i lavori, poi asserisce di non essere preoccupato per l’assenza di Occhiuto, bensì per la trasformazione dei fondi e sottolinea come a pochi giorni dall’apertura del cantiere non ci sia ancora un preventivo di spesa. Lo soddisfa, invece, l’apprendere che i reparti non saranno spostati a Tropea. Gli interventi si susseguono e mentre Nicola Tripodi, sindaco di Ricadi, lamenta le ricadute del tutto negative sul turismo per la precarietà dell’assistenza sanitaria, Sergio Cannitelli, sindaco di Sorianello, punta il dito contro i consiglieri regionali d’opposizione assenti al pario Occhiuto senza che nessuno dica niente.

Landro e i giochi da evitare

Il confronto comincia a politicizzarsi più del necessario. Luca Alessandro, sindaco di Polia, attacca ancora Occhiuto, mentre Antonio Landro, primo cittadino di Parghelia firma uno dei migliori interventi dell’intera riunione denunciando la scarsa incisività della Conferenza e adombrando giochi da evitare “perché il posto dove discutere i problemi – sostiene – è questo e se qualcuno pensa di decideIl caosre tutto altrove si sbaglia”. Si associa, poi, al collega Tripodi per quanto riguarda la ricaduta negativa che la carenza di sanità ha sul turismo di un comprensorio che contribuisce concretamente al Pil grazie a milioni di presenze registrate ogni anno. Porta il suo contributo di idee anche il sindaco di Fabrizia Antonio Minniti che punta il dito contro l’Asp per la precarietà del servizio di guardia medica.

Le contestazioni

Quando il dibattito sembra calare di tono a rianimarlo ci pensa il presidente della Provincia Corrado L’Andolina che nel condannare quanti pensano di salire sull’Aventino per l’assenza di Occhiuto, apre le porte alla vivace contestazione da parte di Condello e Lampasi ai quali replica con decisione Raffaele Scaturchio, sindaco di Dasà. Prova a calmare le acque il consigliere regionale Michele Comito. Con toni pacati invita tutti a recuperare un po’ di serenità, quindi si lancia in una difesa aperta dell’operato di Occhiuto, sostiene la necessità che i lavori allo Jazzolino vengano fatti senza fare spostamenti anche per avere in futuro una struttura in grado di ospitare altri servizi oltre a quelli dell’ospedale nuovo. Fa risalire l’inizio del declino dello Jazzolino alla morte di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, allorchè venne fuori l’insicurezza del nosocomio vibonese con conseguente chiusura di reparti, perdita posti letto, diminuzione di personale. Ci fu, a parere di Comito, “un assalto giudiziario che ha distrutto l’economia del nostro territorio rilanciando l’emigrazione. Ci sarà il nuovo ospedale, ma avremo bisogno anche dello Jazzolino. Vigiliamo e collaboriamo”.

Il caos

Il suo appello non decolla. Anzi, si innesca un acceso testa a testa tra Raffaele Scaturchio, che chiede la verifica delle presenze in aula, e Enzo Romeo, che prova a spiegare che “la sanità non è fatta di numeri”. Il presidente Giordano non effettua la verifica – in quel momento in aula ci sono solo 19 sindaci – per cui si passa alla discussione del secondo punto all’ordine del giorno: il randagismo. Un altro problema serio per la città al quale bisognerà dare una veloce soluzione per non esporre a rischi i cittadini. Volendo tirare le conclusioni, dai lavori della conferenza sono emersi alcuni aspetti significativi. In primis, senza poltrone in gioco trovare i numeri per dare il via ai lavori della Conferenza era e resta un problema. Questo potrebbe dare forza ai sindaci che non hanno sostenuto il blocco che ha portato nel Comitato ristretto quattro esponenti di Forza Italia e la cui presenza potrebbe essere determinante nelle prossime sedute.

Nè Tropea nè Serra

Nonostante i ripetuti appelli lanciati da più parti, il confronto in aula tende a politicizzarsi per cui immaginare un fronte compatto per risolvere i problemi appare pura utopia. Di preoccupazioni ce ne sono anche altre. Dalle oneste parole dell’ex prefetto Piscitelli appare chiaro che in merito ai lavori della messa in sicurezza dello Jazzolino non è stata presa ancora alcuna soluzione perchè l’Asp è in attesa di risposte da parte di Occhiuto. Quello che appare certo è che i reparti di chirurgia, ortopedia e oculistica non saranno trasferiti nè Tropea né a Serra. Resta aperto un ventaglio di ipotesi: soluzione interna allo Jazzolino, ospedali da campo esterni allo Jazzolino, utilizzo struttura privata. Quest’ultima possibilità, infatti, non viene ancora esclusa anche se ci sono comitati e associazioni pronti a presentare denuncia in Procura per danno erariale. Infine, Occhiuto ha garantito che entro il 2026 il nuovo ospedale sarà pronto, ma a credere che ciò possa verificarsi al momento sono davvero in pochi.

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