Catanzaro, giovane con disabilità umiliato e deriso da ragazzine sul viadotto Kennedy

Il Garante per le vittime di reato interviene dopo la denuncia della madre: non possiamo restare in silenzio, necessario un intervento educativo

“È sconvolgente ciò che abbiamo visto in un video girato sul viadotto Kennedy a Catanzaro”. Con queste parole, Antonio Lomonaco, garante regionale per le Vittime di reato, ha commentato un episodio scioccante avvenuto nel capoluogo calabrese.

“Nel filmato – prosegue Lomonaco – si vedono alcune ragazze che umiliano un giovane con disabilità. È stata la madre del ragazzo a denunciare l’accaduto con parole dure, e il nostro Ufficio è pronto a offrire pieno sostegno alla famiglia per qualsiasi azione che deciderà di intraprendere. Non possiamo restare in silenzio di fronte a fatti così gravi, che non possono essere ridotti a semplici bravate. Inoltre, anche la diffusione del video da parte di adulti, seppur animati da buone intenzioni, non è accettabile: il loro ruolo dovrebbe essere quello di educare i più giovani, sensibilizzandoli sulle conseguenze delle loro azioni e sull’importanza dell’inclusione”.

“Nel filmato – prosegue Lomonaco – si vedono alcune ragazze che umiliano un giovane con disabilità. È stata la madre del ragazzo a denunciare l’accaduto con parole dure, e il nostro Ufficio è pronto a offrire pieno sostegno alla famiglia per qualsiasi azione che deciderà di intraprendere. Non possiamo restare in silenzio di fronte a fatti così gravi, che non possono essere ridotti a semplici bravate. Inoltre, anche la diffusione del video da parte di adulti, seppur animati da buone intenzioni, non è accettabile: il loro ruolo dovrebbe essere quello di educare i più giovani, sensibilizzandoli sulle conseguenze delle loro azioni e sull’importanza dell’inclusione”.

Lomonaco ha poi sottolineato che il Garante sta portando avanti da mesi un progetto contro il bullismo, ma episodi come questo dimostrano quanto sia necessario un impegno ancora maggiore, in particolare coinvolgendo le famiglie affinché vigilino sul comportamento dei propri figli.

“Scelgo di diffondere questo comunicato senza condividere il video – conclude – perché dare visibilità a chi ha compiuto questo gesto significherebbe alimentare un’esposizione mediatica che in questo momento deve lasciare spazio solo alla consapevolezza e alla riflessione. Il nostro obiettivo sarà promuovere un incontro tra la famiglia del ragazzo vittima di bullismo, le famiglie delle ragazze coinvolte e le scuole di appartenenza, con l’intento di prevenire episodi simili in futuro. Ora è il momento della solidarietà e della presa di coscienza”.

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