L’on. Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, lascia il porto di Gioia Tauro portandosi dietro l’idea di una struttura che, nel tempo, è cresciuta tanto e che, con l’ex ammiraglio Andrea alla guida dell’Autorità portuale, ha fatto un salto in avanti senza precedenti tanto da far guardare al futuro con grande ottimismo. La sua presenza nella struttura portuale, peraltro, ha lasciato sensazioni favorevoli anche nello stesso Agostinelli.
Il riconoscimento di Rixi
Il riconoscimento di Rixi
“Innanzitutto, il riconoscimento del ruolo chiave del porto calabrese nello scacchiere portuale nazionale – afferma il Presidente dell’Autorità portuale – se è vero come è vero che il 40% dei contenitori in ingresso nel nostro Paese transita da Gioia Tauro. Riconoscimento che significherà nuovi investimenti infrastrutturali che garantiranno il primato commerciale dello scalo calabrese anche nei decenni a seguire. A questo proposito – prosegue – è sembrato opportuno illustrare al Vice Ministro anche il futuro del porto, e, in particolare, il progetto definitivo per l’allargamento della imboccatura portuale, strategico per la accessibilità portuale anche alle future Ultra Large Container Carriers”.
Piano di investimenti
Ma le riflessioni sono anche altre. “Da sottolineare altresì – sottolinea – l’impegno del Vice Ministro nel contrasto agli effetti di quella sciagurata Direttiva comunitaria Ets, sia a livello politico, che sotto il profilo di concreti ristori per quegli armatori – Msc e Grimaldi nella fattispecie – che continuassero ad operare nel porto di transhipment nazionale. Con la contestuale considerazione, sia detto per inciso, che l’armatore di riferimento, nel frattempo, non ha variato di una virgola il cospicuo piano di investimenti in ‘equipment’, né modificato le linee di navigazione con scalo a Gioia Tauro, nonostante la perdurante crisi del Mar Rosso”.
Il gettito Iva
C’è ancora di più. “La visita del Vice ministro – rimarca Agostinelli – è stata l’occasione per focalizzare talune criticità ‘locali’: la condivisa volontà di definire al più presto il contenzioso con il Corap, tanto più urgente se non vogliamo arrecare imperdonabili ritardi allo sviluppo delle attività operative dei terminalisti o all’impianto di elettrificazione delle banchine portuali, ed anche la “vexata quaestio” dello scarso gettito Iva delle merci in gran parte sdoganate altrove, con effetti negativi sul montante dei finanziamenti governativi ai singoli porti. Tema quest’ultimo – conclude – sul quale si registra anche la sensibilità del vertice politico della Regione”.